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lunedì 16 febbraio 2015

Sanremo 2015: una ventata di novità e di giovinezza



Mi ero ripromesso di non seguire la kermesse ligure, ma chi convive con me la seguiva in tv e pur di stare in compagnia, mi sono sorbito il solito flusso di lagna melodica che inesorabilmente colpisce, alla pari di un maestrale di stagione, la nostra ammirata penisola.

Soliti teatrini, scenette con battute tra il presentatore (Carlo Conti) e le vallette (le cantanti Emma Marrone, Arisa e la modella-attrice Rocìo (si pronuncia Rossìo) Munoz Morales.

Fortunatamente, le canzoni non sono state troppo interrotte. 

I brani filavano lisci uno dietro l'altro, fatta eccezione per l'ultima serata quando si è indugiato in chiacchiere un po' di più.

Ha fatto piacere a molti vedere Will Smith e gli Spandau Ballet sul palco dell'Ariston, anche se 250 000 euro per pochi minuti di apparizione io non glieli avrei dati;

I pezzi in gara, tuttavia, erano scarsi e poco originali.

La canzone vincente "Grande amore" di Il Volo, è così antica nello stile che Claudio Villa in confronto sembrerebbe un rapper.

In queste operazioni commerciali fatte dalla tv e dai produttori, i giovani più cantano cose vecchie, meglio è.

Certo, il trio "Il Volo" ha già spopolato in America e in mezzo mondo, ma anche Britney Spears vende copie a rotta di collo e nessuno parla di canzoni- capolavoro.

Sanremo insiste con la lirica (prima Bocelli, poi Piero Mazzocchetti e ora i tre ventenni).

Questo mix di pop e melodia ottocentesca dovrebbe rappresentare la nostra musica, ma nessuno qui in Italia ascolta più la lirica e i giovani mediamente suonano altro. In altri posti, come in Germania ad esempio, molte più persone ascoltano brani classici: è per questo che Sanremo e i suoi vincitori del 2015 rimangono degli ottimi prodotti da esportazione.

E adesso viene la parte peggiore: la radio si riempirà di questo ultimo gruppo di lagne-canzoni sanremesi e sarà difficile evitarle.

Io sono del modesto parere che i giovani italiani, (e ce ne accorgiamo se giriamo un po' nei locali e nei posti dove si fa musica), producano cose molto più originali, stimolanti e di spessore intellettuale.

Queste persone alternative al mainstream italiano sopravvivono e sopravviveranno allo zefiro di sbadigli annuale che verso Gennaio-Febbraio spira dalla Liguria.

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