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martedì 31 marzo 2015

Lettera shock della Asl di Chieti: le emergenze di Chirurgia vascolare dirottate a Pescara



Viviamo in tempi difficili per le aziende sanitarie. La crisi ha imposto allo stato una revisione delle spese sempre più forte e i risultati rischiano di essere drammatici.

Da tempo le unità di Chirurgia Vascolare degli ospedali di Chieti e Pescara sono carenti e i medici sono costretti a turni massacranti per sopperire alla mancanza di personale.

Il disagio si è fatto incontenibile e ha spinto L'Azienda Sanitaria Locale di Lanciano-Vasto-Chieti a prendere una decisione estrema e che non mancherà di suscitare discussioni: 

dalle 8 di ogni Sabato mattina fino alle 8 di mattina dei successivi Lunedì, i pazienti che avranno urgenze cardio-vascolari e si rivolgeranno all'ospedale di Chieti verranno mandati a Pescara. Ciò avverrà anche in occasione delle festività.

Anche i pazienti con problemi al cuore che verranno trasportati materialmente al pronto soccorso del Santissima Annunziata non verranno accettati e dovranno essere condotti all'ospedale Santo Spirito.

E' tutto scritto in una lettera (nella foto) inviata dai dirigenti medici Giuseppe Mariotti, Fernando Di Vito e Pasquale Flacco ai loro omologhi pescaresi.

E' facile intuire le conseguenze di questa situazione: persone che rischiano la vita potrebbero perderla per il tempo maggiore necessario per raggiungere Pescara da Chieti.

Inoltre i medici di Pescara, già allo stremo delle forze per turni già estenuanti, rischierebbero di non essere in grado di far fronte all'emergenza.

Vi sono testimonianze da parte di addetti ai lavori di Pescara e Chieti che danno una versione dei fatti allarmante:

"Le unità di Chirurgia Cardio-vascolare di Pescara e Chieti sono al collasso, non  è più possibile erogare un servizio sicuro ed efficiente. A chieti vi sono 4 chirurghi di tale reparto affiancati da 6 specializzandi.
A Pescara vi sono 5 chirurghi. Siamo costretti a dare una media di reperibilità di 14 volte al mese fino ad arrivare ad oltre 20 turni in cui bisogna essere disponibili per operare.

La legge dispone che non si debba dare tale consenso oltre le 10 volte al mese. Spostare i pazienti nel week end solo a Pescara vorrebbe dire rendere impossibile erogare il servizio, con gravi rischi per la sopravvivenza dei pazienti. Un medico stanco lavora peggio e i rischi di errori aumentano"

La soluzione? accorpare i due reparti:

"Si possono accorpare i due reparti: rimarrebbe solo quello di Pescara o quello di Chieti.

La quantità di pazienti in proporzione al numero di chirurghi rimarrebbe la stessa, ma diminuirebbero i turni di reperibilità, mettendo in condizione i medici di lavorare meglio, lavorando meno ore ma concentrando i pazienti da operare in meno turni, ottimizzando il servizio. Anche la Asl risparmierebbe, perchè ridurrebbe i costi mantenendo un solo reparto aperto anzichè due".

Un'altra soluzione, aggiungiamo noi, potrebbe essere quella di chiedere più soldi per assumere altri chirurghi.

Ci chiediamo in definitiva: quali provvedimenti prenderanno le due Asl di Pescara e Chieti? La spending review rischia dei contrattempi potenzialmente mortali per i pazienti? Dobbiamo rassegnarci ad un futuro in cui i servizi essenziali ci saranno sottratti, con medici stanchi che rischieranno di sbagliare le operazioni?

Andrea Russo

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